Pubblicato da: musamari | 23 ottobre 2009

Il Mito del tarantismo salentino

La pizzica, o, nella sua forma più tradizionale pizzica pizzica, è una danza tradizionale del Salento, sebbene fosse originariamente diffusa in tutta la Puglia e nella Basilicata orientale.

Fa parte della grande famiglia delle tarantelle, come si usa chiamare quel variegato gruppo di danze diffuse fin dall’antichità in tutta l’Italia meridionale.

È acclarato da varie fonti storiche che il ballo e la musica della taranta siano legati in antichità al culto di Dioniso, allora assai presente in terra salentina. Durante lo svolgimento della festività le popolazioni si potevano addentrare nei misteri dionisiaci.

Nel Salento di molti anni fa, durante il raccolto, capitava di sentirsi improvvisamente male e svenire. Dopo molti casi non curati dalla medicina tradizionale, si notò che la persona in questione appariva in uno stato di trance continuo e non aveva alcuna reazione ad eccezione di un ballo durante la suonata di alcuni strumenti tra cui, il più importante, il tamburello.

Alcune fonti indicano che il mito della taranta derivasse dall’antica Grecia ai tempi di Zeus. La leggenda narra di una giovane ragazza, Arakne, sedotta da un marinaio il quale partì dopo la prima notte d’amore, visse in attesa del ritorno del suo amore. Una mattina vide una barca avvicinarsi alla costa e, Arakne, fece il segnale convenuto con il suo marinaio. La barca rispose: era tornato. Ma a pochi metri dal porto ci fu un attacco verso la barca, la quale, fu affondata e coloro che erano a bordo furono uccisi. Arakne vide morire il suo amore dopo anni di attesa. Così, alla sua morte, Zeus la rimandò in terra per restituire il torto ricevuto, non come ragazza ma come tarantola. Importanza fondamentale di questo fenomeno è attribuita a San Paolo, il quale compariva ai tarantolati e prevedeva la loro guarigione dopo qualche giorno, alcune settimane, addirittura mesi.

Testimonianze di persone viventi che affermano di aver avuto tali esperienze le si trovano in varie zone del Salento.

Taranta-grandeLa pizzica, oltre ad essere suonata nei momenti di festa di singoli gruppi familiari o di intere comunità locali, costituiva anche il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del tarantismo. Essa, quindi, veniva eseguita da orchestrine composte da vari strumenti – tra i quali emergevano il tamburello ed il violino per le loro caratteristiche ritmiche e melodiche – con lo scopo di “esorcizzare” le donne tarantate e guarirle, attraverso il ballo che questa musica frenetica scatenava, dal loro male.

Oggi il tarantismo è completamente scomparso, si assiste però alla riscoperta della musica e delle tradizioni popolari (ed in particolare del genere pizzica, che ha portato ad una nuova definizione di “neo-tarantismo”).

Nella pizzica pizzica si balla in coppia, non necessariamente formata da individui di sesso diverso. Pochi e semplici sono i “passi base” tipici di questa danza, in cui più che i passi veri e propri sono le “intenzioni” e le emozioni dei ballerini (e naturalmente la loro capacità di farle emergere) a rendere magico ed affascinante il momento coreutico. Sui passi base poi i ballerini ci ricamano, anche inventandoli estemporaneamente, una gran varietà di passi e movimenti, che fanno oscillare la danza tra fasi di calma, di studio dell’altro o attesa a fasi più frenetiche caratterizzate da forti battiti dei piedi sul suolo (più tipici degli uomini), veloci e vorticosi giri su se stessi (caratteristici delle donne), brevi inseguimenti, allontanamenti e repentini avvicinamenti e incroci tra i due ballerini. Il tutto condito dall’euforia dei suoni e delle grida che si scatenano dalla ronda, ossia quel tipico cerchio, composto da musicisti, aspiranti ballerini o curiosi, che si forma spontaneamente dando vita al momento del ballo.

pizzicaCaratteristico della pizzica pizzica è il “fazzoletto“, accessorio immancabile nell’abbigliamento di un tempo, che veniva usato nel momento del ballo per invitare, sventolandolo, il partner prescelto. Caratteristica è la credenza che vuole il fazzoletto come “simbolo d’amore“, o di vero e proprio “abbandono” nelle mani della donna, che lo concederebbe durante il ballo solamente al giovanotto che sia stato in grado di rapirle il cuore.

La “pizzica a scherma”, spesso impropriamente chiamata “danza delle spade“, è stata spesso altrettanto impropriamente annoverata nella famiglia delle danze armate, cioè di quel particolare tipo di spettacolo danzato nella quale gli sfidanti simulano un combattimento con armi. Nella pizzica a scherma è definitivamente scomparsa l’arma, ossia il coltello o pugnale, con cui in un passato molto recente ci si sfidava (e ci si feriva) realmente.

Per chi volesse avvicinarsi alla cultura del tarantismo e della pizzica consiglio l’ascolto dei gruppi che interpretano questa danza tra i quali i più famosi, forse ad alcuni già noti, sono gli “Arakne Mediterranea” e gli “Officina Zoè”.

Pubblicato da: musamari | 23 ottobre 2009

Gruppi pizzica

I gruppi di pizzica sono davvero tanti giù nel salento ma ce ne sono diversi anche al nord. Questi quelli che conosco:
Arakne mediterranea (origine Martignano (LE))
Officina Zoè (Origine Tricase (LE))
AriaFrisca
Aria Antica (Andrano (LE))
Canto Antico (Milano)
Pizzica Salentina (M elissano (LE))
I Briganti (Milano)

In particolare conosco gli Arakne Mediterranea che sono intervenuti durante la cerimonia del mio matrimonio, il 31 agosto scorso ed è stato davvero uno spettacolo indimenticabile!
Conosco poi I Briganti, con loro ho fatto il mio primo corso di pizzica e li ho visti suonare a Villa Guardia (CO) .
Gli Officina Zoè non li conosco di persona, ma conosco alcune loro canzoni e ho visto qualche video su YouTube, davvero molto bravi!

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